Le tende del Qatar: il possesso palla è nulla senza il gol

Le quattro squadre arrivate in semifinale nella Coppa del Mondo in Qatar sono Marocco, Francia, Argentina e Croazia e hanno avuto meno possesso palla delle nazionali che hanno eliminato nei 90′. Parafrasando una pubblicità storica, ‘il possesso palla non è nulla senza il gol’. Ma analizziamo i numeri delle quattro pretendenti alla vittoria finale.

Il Marocco è la squadra che lascia più il pallone agli avversari e lo fa senza nessun tipo di problema. Partita per partita, i Leoni dell’Atlante hanno trovato una struttura difensiva fantastica e Bono ha dovuto effettuare poche parate davvero decisive nei 90’/120′. Il possesso più basso della selezione di Regragui è arrivato contro il Portogallo (22%), seguito dalla partita con la Spagna (23%) mentre contro Croazia e Belgio hanno superato il 35% di possesso palla e solo col Canada ha toccato il 41%.

La nazionale marocchina con il suo 4-1-4-1 è bravissima a chiudere tutti gli spazi e a non concedere spazi agli avversari negli ultimi 20 metri: il Portogallo ha evidenziato la difesa a oltranza degli avversari nell’ultima partita e la difficoltà nel trovare lo spazio per colpire ma Amrabat & co hanno fatto un lavoro davvero eccellente e così si sono guadagnati la semifinale.

La Francia contro l’Inghilterra, in una delle partite più bella del Mondiale, ha lasciato il pallino agli uomini di Southgate e si è affidata ai suoi uomini di qualità, con un ispiratissimo Griezmann a dirigere la manovra offensiva. I campioni in carica hanno ceduto volutamente il possesso palla ma si sono dimostrati molto equilibrati: rispetto alle altre gare ha brillato meno la stella di Mbappé ma si sono ritagliati spazio Tchouaméni, che ha giganteggiato in mezzo al campo, e il solito Giroud ha piazzato la zampata vincente. L’importanza del lavoro collettivo in una nazionale formata da tanti calciatori di primo piano è davvero notevole.

Lo stesso discorso si può fare per l’Argentina contro l’Olanda ma bisogna fare una distinzione: gli Oranje hanno avuto più possesso palla dell’Albiceleste nei 90′ (62%-38%) ma nei supplementari sono saliti in cattedra Messi e compagni, che nel secondo extra-time hanno toccato l’80% di possesso dopo il 65% del primo. In questo caso Scaloni ha messo in campo la Seleccìon più ‘Bilardista’ della sua gestione con un 5-3-2 che ha chiuso tutti gli spazi alla squadra di van Gaal, che infatti che riuscita a riequilibrare il match solo con l’ingresso di due calciatori dalla stazza importante in avanti e con uno schema su palla da fermo.

La partita tra Croazia e Brasile è stata la più equilibrata per quanto riguarda il possesso palla e l’analisi va divisa tra i tempi regolamentari e gli extra-time: 51% per i croati e 49% brasiliano al 90′, 62% per la Seleçao nei primi 15 minuti dei supplementari e 71% per i biancorossi nella seconda parte. Tutto equamente diviso.

Cosa ne scaturirà da questi analisi e da questi dati? Che si animerà nuovamente la diatriba tremenda tra ‘giochisti’ e ‘risultatisti’, che è sempre dietro l’angolo. Le statistiche aiutano a comprendere meglio come si svolge il gioco ma vanno contestualizzate su ciò che accade e non lette come freddi numeri a sé.

Il Marocco gioca male perché lascia l’iniziativa agli avversari? No.
La Francia che si difende con ordine e riparte ad una velocità vertiginosa? Nemmeno.
Croazia e Argentina hanno palleggiatori importanti ma sanno alternare la gestione del match: si può fare? Assolutamente sì.

In questa fase della Coppa del Mondo le squadre che hanno lasciato il possesso del pallone agli avversari sono quelle che poi riescono ad essere più incisive nei momenti clou delle gare. Questo dimostra, ancora una volta, che non esiste un solo modo di giocare a calcio e ogni allenatore cerca di fare il meglio con il materiale di cui è in possesso. Il resto è PlayStation.

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