Le tende del Qatar: Argentina-Francia è un inno al gioco del calcio

Ci sono partite e partite. Quella tra Argentina e Francia è entrata nella storia del calcio mentre i minuti del cronometro scorrevano e milioni di persone la stavano guardando, da Wellington fino a Reykjavík, da Ushuaia all’Alaska. Più passava il tempo e più si era consapevoli di essere davanti qualcosa di bellissimo, soprattutto per chi ama e segue il calcio.

In alcuni momenti sembrava che a Lusail stessero rispettando un copione: dominio argentino per 60-70 minuti, punto di rottura e francesi di nuovo in sella al match con due giocate. Poi la tensione, quella che accomuna le grandi pellicole ad eventi come può essere una finale di Coppa del Mondo. Nessuno vuole sbagliare mossa ma la stanchezza e gli eventi che si sviluppano intorno non possono far altro che provocare altre situazioni, che stravolgono tutto fino all’epilogo finale.

Nessuno fino al rigore assegnato ai transalpini avrebbe mai pensato ad una evoluzione simile: l’Argentina aveva dominato il lungo e in largo, il portiere non aveva effettuato una sola parata e la Francia sembrava essere poco presente in campo anche dopo i primi cambi. Poi la svolta. In quel momento, dal penalty assegnato alla squadra di Deschamps, è iniziata un’altra gara e ogni tipo di previsione è andata a farsi benedire così come il dominio totale della Seleccìon.

Scaloni ha preparato meglio del suo avversario la gara e i numeri del primo tempo lo avevano ampiamente dimostrato: oltre ai due gol, l’Argentina era stata superiore in tutto ma un episodio ha rimesso tutto in discussione. Mai staccare la spina nel futbol, soprattutto in gare con calciatori di questo spessore.

Doveva essere la sfida tra Lionel Messi e Kylian Mbappé, e così è stato. Un duello favoloso, tra due calciatori che a modo loro lasceranno un segno evidente in questo sport: l’argentino ha vinto tutto quello che poteva e ha coronato anche il suo sogno con la nazionale mentre il francese è all’inizio di una carriera che gli ha già regalato grosse soddisfazioni e può diventare ancora più brillante.

I supplementari e i calci di rigore hanno scritto una storia che difficilmente sarà replicabile perché questa gara poteva vincerla davvero chiunque ma, alla fine, chi ha tenuto la mente fredda nei momenti cruciali è riuscito ad alzare la coppa al cielo.

120 minuti vissuti con quella intensità finiscono dritti dritti nei libri di storia perché chi ha seguito con attenzione il match ha vissuto su un’altalena senza riuscire mai capire quale fosse il momento in cui si sarebbe fermata la giostra. Qualsiasi risultato finale non poteva che suscitare che applausi da parte di tutti gli spettatori neutrali, sia per i vincitori che per i vinti.

Argentina-Francia è un inno al gioco del calcio e ci ha ricordato perché impazziamo ogni volta che vediamo un pallone muoversi in un qualsiasi luogo del pianeta. Nonostante il Qatar, il Bisht e la FIFA.

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