“Buenos Aires chiama, Napoli risponde”

Appena Montiel ha realizzato il rigore decisivo che ha regalato la Coppa del Mondo all’Argentina, in tanti hanno pensato: quindi adesso il campionato italiano finisce come nel 1987? Un celebre filosofo napoletano vissuto tra 1600 e 1700 parlava di ‘corsi e ricorsi storici’, sostenendo che alcuni accadimenti si ripetevano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo; e ciò avveniva non per puro caso ma in base ad un preciso disegno stilato dalla divina provvidenza.

Le strade di Napoli in quei momenti erano colme di persone che esultavano per la vittoria di Messi e compagni in Qatar, fortificando ancora di più un legame che era diventato sempre più stretto ed emotivo dopo la scomparsa di Diego Armando Maradona. Sotto il murales ai Quartieri Spagnoli e nelle piazze centrali del capoluogo campano si sono ritrovati tantissimi argentini e simpatizzanti della Seleccìon per vivere insieme un momento che in Argentina aspettavano da trentacinque anni e che ha consegnato alla storia l’erede del Pibe de Oro.

La conquista dello Scudetto del Napoli pochi mesi dopo è simile a quanto accaduto nel 1986-1987, quando il Diez alzò la Coppa del Mondo a Città del Messico e l’anno successivo trascinò al primo tricolore gli azzurri.

Una scena simile si è verificata in occasione della vittoria del Napoli in casa della Juventus: al gol di Giacomo Raspadori nei minuti di recupero hanno esultato anche in Argentina e sui social sono diventati virali i video di alcuni bar di Buenos Aires che festeggiavano il gol realizzato dall’attaccante azzurro allo Stadium.

Parafrasando Luigi Necco, celebre giornalista della Rai e volto storico di 90′ minuto che raccontò gli scudetti di Maradona: “Buenos Aires chiamaNapoli risponde“. E viceversa.

Consigliato ascolto della canzone del Buenos Aires/Napoli di Clementino feat. Negrita tratta dall’album “Mea Culpa”.

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